Quando si parla di ecommerce, l’attenzione di chi lo gestisce è spesso focalizzata su piattaforme, prodotti, spedizioni e pagamenti. Ma c’è un aspetto cruciale che troppo spesso viene sottovalutato, o rimandato a “dopo”: la parte legale.

Non sto parlando solo di privacy policy e cookie banner – quelli ormai ci sono ovunque, anche se spesso sono messi lì solo “perché servono”. Parlo di documenti fondamentali che regolano il rapporto tra venditore e cliente, e che fanno davvero la differenza in termini di trasparenza, sicurezza giuridica e fiducia.

Perché servono i documenti legali in un ecommerce

Un ecommerce è, a tutti gli effetti, un contratto aperto al pubblico. Quando un utente clicca su “Acquista”, sta accettando delle condizioni. Ma se queste condizioni non sono chiaramente definite, e soprattutto non sono valide dal punto di vista giuridico, si aprono scenari rischiosi per chi vende – e fonte di sfiducia per chi compra.

Avere termini e condizioni ben scritti significa:

  • Stabilire regole chiare sulle modalità di acquisto, pagamento, spedizione e resi
  • Prevenire contestazioni o richieste poco fondate
  • Dimostrare professionalità e rispetto per i diritti del consumatore
  • Adeguarsi agli obblighi normativi previsti dal Codice del Consumo e dal GDPR
  • Tutelarsi in caso di controversie

Per farti capire meglio, ipotizziamo che un ecommerce di prodotti per la skincare non abbia regolamentato correttamente la vendita sul suo sito web.

1. Informazioni inesatte

Il produttore vende una crema che viene descritta con affermazioni come “cura l’acne” o “elimina completamente le rughe”, senza basi scientifiche o autorizzazioni specifiche. questo venditore rischia una segnalazione per pubblicità ingannevole da parte dell’AGCM.
Anche l’uso di termini come “dermatologicamente testato” o “ipoallergenico” deve essere documentabile.

🔗 Fonte: AGCM – Pratiche commerciali scorrette nella cosmetica, Provvedimento n. 29907/2019

2. Assenza di indicazioni sul diritto di recesso

Le creme, se confezionate in modo sigillato, non sempre rientrano nel diritto di recesso se il sigillo viene rimosso dopo la consegna (motivo igienico).
Ma: questa esclusione va indicata chiaramente nelle condizioni di vendita, altrimenti il cliente può chiedere il rimborso comunque.

🔗 Rif. Codice del Consumo, art. 59, comma e)

3. Problemi di responsabilità per reazioni allergiche

Un cliente acquista una crema e sviluppa una dermatite. Anche se l’allergia era personale e non prevedibile, senza una chiara dichiarazione di esclusione di responsabilità, il venditore può essere coinvolto legalmente (soprattutto in assenza di INCI chiaro o indicazioni d’uso dettagliate).

Cosa fare: inserire disclaimer sull’uso corretto, consigli di test cutaneo preliminare, e naturalmente rispettare le norme sull’etichettatura dei cosmetici (Regolamento UE 1223/2009).

4. Manca l’indicazione dell’azienda responsabile

Capita spesso: ecommerce senza riferimenti chiari all’azienda produttrice o distributrice. Ma nel settore cosmetico è obbligatorio indicare il “responsabile della messa in commercio” (può essere anche il rivenditore), sia nella confezione che nella pagina prodotto.
Senza questi dati, si rischia una sanzione amministrativa e la rimozione del prodotto dal mercato.

5. Problemi con influencer o recensioni false

Se un venditore paga un influencer per recensire la crema senza specificare che è una sponsorizzazione, si viola la normativa sulle pratiche commerciali scorrette.
Lo stesso vale per recensioni false o manipolate.

🔗 AGCM, Linee guida su Influencer e pubblicità trasparente – 2021

Questi sono solo alcuni esempi di problematiche legate vendita di creme cosmetiche, ma naturalmente, gli imprevisti potrebbero essere altri e diversi se si vendono altre tipologie di prodotti, come ad esempio prodotti alimentari o oggetti tecnologici.

Scopri come trasformare il tuo sito in uno strumento efficace in 12 settimane

valentina olini al pc

Un percorso gratuito di 12 settimane, 1 mail a settimana

I principali documenti legali di un ecommerce

Vediamoli uno per uno, in modo semplice e pratico.

1. Termini e condizioni di vendita

È il cuore legale dell’ecommerce. Qui si definiscono:

  • Chi è il venditore (dati aziendali, contatti, P.IVA)
  • Cosa si vende e come vengono descritti i prodotti
  • Come funziona l’acquisto (processo, pagamenti, disponibilità)
  • Tempi e modalità di consegna
  • Politica di recesso (obbligatoria per legge entro 14 giorni)
  • Garanzie legali 
  • Responsabilità del venditore
  • Legge applicabile e foro competente

🔗 Fonte normativa: artt. 45–67 del D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo)

2. Informativa sulla privacy

Obbligatoria per qualunque sito raccolga dati personali (es. nome, email, indirizzo). Deve spiegare:

  • Quali dati vengono raccolti e perché
  • Come vengono trattati, conservati e protetti
  • Chi è il titolare del trattamento
  • Quali sono i diritti dell’utente

🔗 Fonte normativa: Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

3. Cookie policy

Serve a spiegare quali cookie vengono installati e per quale scopo, specialmente se ci sono cookie di profilazione o terze parti (es. Google Analytics, Facebook Pixel). È obbligatorio anche il banner che permette all’utente di scegliere se accettarli o no.

4. Condizioni d’uso del sito

Non vanno confuse con i termini di vendita. Servono a regolare l’uso del sito da parte degli utenti (anche non acquirenti). Ad esempio:

  • Divieti di utilizzo improprio
  • Diritti di proprietà intellettuale
  • Limitazioni di responsabilità in caso di errori o malfunzionamenti

Attenzione alle vendite in Europa e nel mondo

Se vendi fuori dall’Italia, le cose si complicano: vanno rispettate anche le normative dei Paesi in cui si vende. Per esempio:

  • In Francia è obbligatorio avere le CGV (Conditions Générales de Vente)
  • In Germania serve una Impressum, una pagina con dati legali molto dettagliata
  • In alcuni Stati americani vige la Sales Tax, che va gestita correttamente

Per questo è importante, in caso di ecommerce internazionale, affidarsi a un legale esperto in diritto digitale e commerciale internazionale.

Occhio ai generatori automatici se vendi online

Sì, online ci sono mille generatori di policy “gratis” o modelli copia-incolla. Ma attenzione: un documento generico non basta. Deve essere personalizzato in base a:

  • Cosa vendi
  • Dove vendi
  • Come gestisci ordini e resi
  • Se vendi B2B o B2C
  • Se raccogli dati per newsletter, remarketing, CRM, ecc.

Un documento scritto male o incoerente può non solo essere invalido, ma anche dannoso in caso di controversia legale.

E se non li hai? Cosa rischi

  • Multe da parte del Garante Privacy o dell’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato)
  • Reclami e recensioni negative da clienti insoddisfatti
  • Annullamento di ordini per “informazioni mancanti o ingannevoli”
  • Contenziosi civili per mancanza di trasparenza contrattuale

Fonti e approfondimenti dell’argomento trattato

Se stai lanciando un ecommerce o ne gestisci uno già attivo, prenditi il tempo per verificare la parte legale che protegge e tutela te, il tuo business, e i tuoi clienti.

Se invece vuoi creare il tuo nuovo ecommerce, contattami

condividi l'articolo

Documenti legali per ecommerce: quali servono davvero

Vendere online è facile, ma farlo bene richiede attenzione anche alla parte legale. In questo articolo ti spiego quali documenti servono per un ecommerce in regola: non solo privacy policy, ma anche termini e condizioni, uso dei cookie e tutela del rapporto con il cliente. Ecco cosa non può mancare se vuoi costruire fiducia e proteggere il tuo business

Documenti legali per ecommerce: quali servono davvero

Tabella dei Contenuti

Ogni sito che realizzo è il risultato di ascolto, metodo e cura del dettaglio.

Sono Valentina e lavoro nel mondo del web design da oltre 20 anni. Metto al servizio di ogni cliente la mia esperienza, sensibilità estetica e visione strategica. 

Seguimi anche su Linkedin e Instagram